L'amore

 

"L'amore è l'unico estremismo cristiano"

Francesco  richiama il cuore del Vangelo: "Sull'amore verso tutti non accettiamo scuse" 

 

 

"Amate i vostri nemici". Ecco la rivoluzione di Gesù. "Dal nemico da odiare al nemico da amare". E' la sottolineatura forte di papa Francesco nell'omelia della Messa che il Pontefice celebra al centro di Bari, davanti a circa 40mila fedeli, presente anche il capo dello Stato Sergio Mattarella, calorosamente applaudito quando l'arcivescovo di Bari-Bitonto, Francesco Cacucci, lo saluta a nome di tutti. "Il Signore - dice il Vescovo di Roma - ci ha chiesto l'estremismo della carità. E' l'unico estremismo cristiano: quello dell'amore".

"Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano", ha ripetuto più volte il Pontefice. "È la novità cristiana. È la differenza cristiana. Pregare e amare: ecco quello che dobbiamo fare; e non solo verso chi ci vuol bene, non solo verso gli amici, non solo verso il nostro popolo. Perché l’amore di Gesù non conosce confini e barriere. Il Signore ci chiede il coraggio di un amore senza calcoli. Perché la misura di Gesù è l’amore senza misura".

Il Papa ha invitato a non preoccuparsi "della cattiveria altrui, di chi pensa male di te". "Inizia invece - ha esortato - a disarmare il tuo cuore per amore di Gesù. Perché chi ama Dio non ha nemici nel cuore. Il culto a Dio è il contrario della cultura dell’odio. E la cultura dell’odio si combatte contrastando il culto del lamento. Quante volte ci lamentiamo per quello che non riceviamo, per quello che non va! Gesù sa che tante cose non vanno, che ci sarà sempre qualcuno che ci vorrà male, anche qualcuno che ci perseguiterà. Ma ci chiede solo di pregare e amare. Ecco la rivoluzione di Gesù, la più grande della storia: dal nemico da odiare al nemico da amare, dal culto del lamento alla cultura del dono. Se siamo di Gesù, questo è il cammino".

Sono parole perfettamente complementari al discorso fatto poco prima nella Basilica di San Nicola e di cui riferiamo a parte. Se lì il Papa aveva messo l'accento sulla follia della guerra e sull'inevitabilità della pace, qui indica la strada per disarmare ogni violenza e arrivare alla vera riconciliazione del cuore. Ecco perché Francesco ricorda: "Dio sa che il male si vince solo col bene. Ci ha salvati così: non con la spada, ma con la croce. Amare e perdonare è vivere da vincitori. Perderemo se difenderemo la fede con la forza. Il Signore ripeterebbe anche a noi le parole che disse a Pietro nel Getsemani: 'Rimetti la spada nel fodero'. Nei Getsemani di oggi, nel nostro mondo indifferente e ingiusto, dove sembra di assistere all’agonia della speranza, il cristiano non può fare come quei discepoli, che prima impugnarono la spada e poi fuggirono. No, la soluzione non è sfoderare la spada contro qualcuno e nemmeno fuggire dai tempi che viviamo. La soluzione è la via di Gesù: l’amore attivo, l’amore umile, l’amore fino alla fine". Il Papa così conclude la sua omelia: "Oggi Gesù, col suo amore senza limiti, alza l’asticella della nostra umanità". Dunque "va chiesta anche la grazia di vedere gli altri non come ostacoli e complicazioni, ma come fratelli e sorelle da amare". Infattti "alla sera della vita, saremo giudicati sull’amore". Scegliamo oggi l’amore, anche se costa, anche se va controcorrente. Non lasciamoci condizionare dal pensiero comune, non accontentiamoci di mezze misure".

 

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