Talitha Kum, da dieci anni in prima linea contro la tratta umana
L’Unione Internazionale delle Superiore Generali dedica sette giorni a celebrare il decimo anniversario di Talitha Kum. Suor Gabriella Bottani, coordinatrice internazionale della Rete anti-tratta : “Noi donne dobbiamo trovare la forza di rinnovare costantemente questa denuncia”. Il 26 settembre, le 86 delegate presenti a Roma, incontreranno in udienza privata Papa Francesco
Da oggi al 27 settembre si celebra la prima assemblea generale di Talitha Kum, la Rete Internazionale della Vita Consacrata contro la tratta di persone. Nel corso dei vari incontri, 86 delegate provenienti da 48 Paesi diversi presenteranno il lavoro in corso nel mondo e decideranno il futuro dell'impegno contro tratta e schiavitù .
Secondo l'ultimo Rapporto Globale sulla tratta dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (UNODC), la piaga della tratta coinvolge almeno 40 milioni di persone, per il 70% donne e bambini. Lo sfruttamento sessuale continua ad essere lo scopo principale del traffico umano costituendo circa il 59% dei casi. Un fenomeno dalle dimensioni preoccupanti che Talitha Kum cerca di contrastare attraverso 44 reti internazionali presenti nei 5 continenti: 9 in Africa, 11 in Asia, 15 in America, 7 in Europa e 2 in Oceania.
Talitha Kum, che è nata ufficialmente nel 2009, è partita dalla richiesta delle suore - attive contro la tratta in 92 Paesi del mondo - alla Uisg, di essere coordinate, di poter collaborare tra loro e di essere facilitate nel lavoro di rimpatrio delle persone trafficate. “Lavoriamo soprattutto sulla prevenzione, laddove per noi prevenzione ha un significato ampio, è cambiare la mentalità, è proteggere”, spiega Suor Gabriella Bottani, coordinatrice internazionale Talita Kum. "Prevenire per eliminare le cause strutturali alla base del traffico umano; prevenire per tutelare le persone vulnerabili maggiormente esposte; prevenire perchè le vittime non cadano nuovamente nelle mani dei trafficanti". Talitha Kum svolge infatti un lavoro determinante con coloro che sono usciti dallo sfruttamento attuando percorsi di cura, riabilitazione e pieno reinserimento sociale. Due sono le maggiori difficoltà che la Rete affronta ogni giorno, indica ancora suor Gabriella: la disuguaglianza di potere tra uomo e donna e la riduzione dell'impegno dei governi nell'assistenza socio-sanitaria e educativa.
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